Fascite plantare

Con il termine di fascite plantare si intende una sindrome dolorosa del piede causata da una patologia dell’aponeurosi plantare a livello della sua inserzione prossimale sul calcagno. Il dolore dipende da una reazione infiammatoria della fascia che successivamente va incontro ad una reazione degenerativa. L’'aponeurosi plantare, denominata anche fascia plantare o legamento arcuato è una struttura fibrosa che va dal tallone alla base delle dita dei piedi. La sua funzione è quella di sostenere l’arco plantare e ammortizzare le sollecitazioni meccaniche del peso corporeo e dei movimenti. Secondo alcune stime le persone che riferiscono dolore al tallone sono tra il 4% e il 7% della popolazione, nell’80% dei casi il disturbo è da attribuire alla fascite plantare. Circa il 10% delle persone va incontro nel corso della propria vita a dolore da fascite plantare..


Può essere determinata da abnormi trazioni sulla fascia plantare, come può accadere nel piede cavo o nel piede cavo-valgo, oppure può dipendere da ripetuti microtraumi cui è soggetta la fascia plantare in alcune discipline sportive e/o nel sovraccarico ponderale.
Si caratterizza per la comparsa di dolore localizzato in corrispondenza della regione plantare mediale , accentuato al mattino, a volte si attenua nella giornata e alterna periodi di benessere a periodi di acuzie della sintomatologia. E' spesso, ma non sempre, accompagnata dalla presenza di una "spina calcaneare" che ha origine dalla porzione mediale della tuberosità del calcagno nella sede di inserzione delle fibre della fascia plantare.

Trattamento

Nella maggioranza dei casi si ottiene una guarigione con trattamenti incruenti e consistenti in fisiochinesiterapia, terapia medica, ortesica personalizzata (plantari), infiltrativa. Il trattamento per così dire conservativo deve sempre essere messo in atto. Qualora dopo almeno 6 mesi di terapia incruenta non si siano ottenuti risultati apprezzabile può esser e intrapresa la cura chirurgica.

Il trattamento chirurgico deve essere preso in considerazione se, dopo 6-8 mesi di terapie, il dolore e la limitazione del movimento persistono e l’ecografia mostra un ispessimento della fascia plantare sopra i 6-8 millimetri. Si tratta di un intervento denominato di “Release” (allentamento) della fascia plantare. Quest’ultima viene parzialmente tagliata in corrispondenza del suo ispessimento allo scopo di alleviare la tensione sul tallone e di favorire l’irrorazione del tessuto ipovascolarizzato circostante. In presenza di una spina calcaneare di rilevanti dimensioni (poco frequente) si esegue anche una regolarizzazione chirurgica della stessa. La tecnica operatoria che propongo è la fasciotomia percutanea minivansiva associata al trapianto di cellule staminali autologhe prelevate dalla tibia. In pratica viene eseguito un piccolo taglio di 1 cm dalla fascia plantare attraverso una mini incisione cutanea (in anestesia locale) di 0,5 cm nel tallone (sotto controllo fluoroscopico) associata ad infiltrazione di un concentrato Osteo-midollare autologo. Per la preparazione del concentrato Osteo-midollare autologo è necessario effettuare un prelievo dalla tibia di circa 10-20 cc di materiale osteo-ematico con una piccola anestesia locale. Il preparato estratto viene poi separato e concentrato mediante una’apposita procedura della durata di alcuni minuti (CENTRIFUGAZIONE = MINIMA MANIPOLAZIONE) e infine iniettato localmente tramite una semplice infiltrazione nel tallone. Lo scopo dell’intervento è di facilitare la riparazione/rigenerazione della fascia plantare danneggiata. Il paziente camminerà senza l’appoggio completo del piede durante la prima settimana e, successivamente, potrà riprendere gradualmente a camminare con una scarpa da ginnastica. La regressione dei disturbi si ottiene generalmente nell’arco di 3-4 settimane.