Deformità del 5° dito
Le deformità del quinto dito sono un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate da deformità del dito minore del piede, alcune presenti fin dalla nascita, altre acquisite; sono caratterizzate tutte da dolore e da callosità che nascono dal conflitto con la calzatura.
Clinodattilia: è l'inclinazione laterale del dito.
5° dito superaddotto: è la sovrapposizione del dito più piccolo del piede su quello vicino. 5° dito ad artiglio (o "in griffe"): è l'atteggiamento simile ad un artiglio del dito più piccolo del piede. Se causano dolore, e i tentativi con piccole imbottiture o separatori di silicone falliscono, devono essere trattate chirurgicamente. La deambulazione è immediata, non sono necessari ferri che sporgano dalle dita. 5° dito varo: con il termine quinto dito varo si intende una deviazione ossea a livello della regione dorso-laterale della testa del quinto metatarso che determina dolore, tumefazione e deviazione angolare dell'articolazione metatarso-falangea (immagine speculare dell'alluce valgo);può essere associata o meno alla sporgenza laterale della testa del 5º metatarso, detta "bunionette" (vedi fig. 1) o "Taylor's bunion" (dall'Inglese "callo del sarto", poiché anticamente i sarti cucivano a mano con i piedi incrociati, il che provocava un callo sul bordo esterno dell'avampiede). Il 5º dito è deviato all'interno e spesso si sovrappone al 4º dito, con formazione di una callosità dolorosa dorsale.
Si tratta di una deformità congenita, spesso legata alla brevità del tendine estensore del dito, che lo retrae e lo spinge verso le altre dita.
Può essere corretta in età neonatale con cerottaggi, ma spesso tende a strutturarsi per la retrazione del tendine estensore e della parte mediale della capsula metatarso-falangea.
La bunionette ha anch'essa origine congenita, e dipende dal tipo di deformità: aumento di grandezza della testa di M5, M5 escurvato (cioè curvato verso la parte esterna del piede, M5 valgo (dritto ma orientato in fuori).
Trattamento
Attualmente è preferibile trattare la patologia con la tecnica chirurgica percutanea mini invasiva (vedi fig. 2) in anestesia loco-regionale.
Sono sufficienti alcune procedure relativamente semplici condotte sui tessuti molli (tendini e capsula) e sull'osso mediante due o tre piccole incisioni della cute inferiori ai 5 mm.