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18 Marzo 2023La metatarsalgia è una sindrome dolorosa che si sviluppa nella regione anteriore della pianta del piede. Il termine metatarsalgia non definisce un processo patologico determinato, ma semplicemente una sintomatologia dolorosa che può comparire come conseguenza di diversi fattori causali. La metatarsalgia (letteralmente dolore al metatarso) colpisce maggiormente le donne e abitualmente è associata ad anomalie di appoggio delle teste metatarsali; ciò è confermato spesso dalla presenza di callosità plantari (Fig. 1) in corrispondenza delle teste metatarsali dolorose.
Fig. 1 Fig. 2
I metatarsi sono costituti da 5 ossa lunghe disposte tra le ossa del tarso e le falangi delle dita del piede (Fig. 2 ). Le ossa del metatarso sono collegate alle dita del piede attraverso l’articolazione metatarso-falangea. Si collegano invece al tarso, regione posteriore del piede che precede la caviglia, per mezzo dell’articolazione tarso-metatarsale.
Le ossa metatarsali presentano due estremità (dette base e testa) e un corpo, di forma prismatica triangolare. Lo spazio interosseo è colmato da tessuti molli. I cinque metatarsi assolvono una funzione molto importante nel sostegno del nostro apparato locomotore e nello svolgimento della corretta funzione motoria del piede.
Nella maggior parte dei casi le metatarsalgie sono di natura biomeccanica e derivano da un alterato carico dell’avampiede al suolo; solitamente la problematica si concentra sul 2° e 3° metatarso.
Molto spesso compaiono callosità plantari in corrispondenza dei metatarsi centrali (Fig. 1)i. Inizialmente tali callosità, espressione di un sovraccarico metatarsale localizzato, sono asintomatiche, ma con l’andar del tempo può comparire dolore localmente durante la deambulazione in corrispondenza, in particolare con l’utilizzo di calzature con tacco alto e punta stretta o semplicemente camminando a piedi nudi.
Nelle fasi acute il dolore può rendere intollerabile la marcia e in alcuni casi il paziente assume posture anomale d’appoggio allo scopo di evitare i punti dolorosi.
L’esame clinico condotto sul paziente è indispensabile per indicare il trattamento più idoneo
Nei casi più lievi, con dolore poco accentuato, la metatarsalgia si può trattare in modo conservativo con l’impiego di calzature a suola morbida, con cure mediche e fisioterapiche o con l’utilizzo di un plantare ortopedico che metta in scarico le teste metatarsali dolorose.
Nei casi più gravi tali soluzioni non possono essere proposte al paziente ed è necessario ricorrere al trattamento chirurgico per ristabilire il normale assetto del carico. In questo articolo si parla esclusivamente del trattamento chirurgico percutanea mininvasivo.
L’intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale (Fig. 3).
Fig. 3
Si praticano piccole incisioni sul dorso del piede (Fig. 4), attraverso le quali il chirurgo è in grado di realizzare, attraverso l’impiego di microfrese motorizzate (Fig. 5) a livello del collo dei metatarsi, le cosiddette osteotomie, ovvero i tagli dell’osso (Fig. 6).
Le osteotomie prodotte non vengono fissate con mezzi di sintesi ma lasciate libere; l’uso della scarpetta rigida ed il carico immediato consentiranno il giusto e corretto riposizionamento delle teste metatarsali; in pratica i metatarsi trovano da soli l’equilibrio e l’assetto geometrico funzionale sollevandosi in quanto sovraccaricati.
E’ possibile osservare dei “ritardi di consolidazione” (anche se infrequenti) del focolaio osteotomico. Tuttavia tale situazione, anche se si verifica, non determina di per sé dolore in corrispondenza della testa del metatarso trattato. Questo perchè la sola osteotomia è in grado comunque di realizzare il giusto e corretto riposizionamento della testa metatarsale.