Scafoide accessorio

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L’incidenza dello scafoide accessorio è stimata intorno al 10% della popolazione (range 4-21%). Nel 70% dei casi è bilaterale, è più frequente nelle pazienti di sesso femminile. Nella maggior parte dei casi è completamente asintomatico. In alcuni individui il dolore può verificarsi a causa della pressione della calzatura contro la prominenza ossea, con la conseguente irritazione dell’osso stesso o della giunzione fibrosa a contatto con lo scafoide normale. In alternativa, il dolore può essere provocato dalla tensione esercitata sulla struttura dal tendine tibiale posteriore. Spesso, gli individui restano  asintomatici per anni, e poi improvvisamente, in coincidenza con un nuovo paio di scarpe o un cambiamento nel loro livello di attività, iniziano a lamentare dolore. Il dolore è aggravato dalla camminata, dalla corsa e dalle attività di carico Lo scafoide accessorio si sviluppa tipicamente durante l’adolescenza, quando le due aree dell’osso navicolare non si fondono insieme come normalmente dovrebbe accadere.

La diagnosi

L’esame clinico del piede con scafoide accessorio sintomatico permette di osserverà una prominenza ossea all’interno del piede, appena sotto e davanti alla parte interna della caviglia (malleolo mediale). La pressione su quest’area provoca dolore. A volte può essere associato ad un piede piatto. La classificazione proposta da Geist in tre tipi (Fig. 1) nel 1914 è tuttora utilizzata.

Fig. 1

Il tipo 1 (os tibiale externum, os naviculare secundarium) è un osso sesamoide di 2-3 mm incorporato nella porzione distale del tendine tibiale posteriore, non vi è alcuna connessione cartilaginea con la tuberosità dello scafoide normale e può essere separato da esso fino a 5 mm. Rappresenta il 30% delle ossa navicolari accessorie ed è di solito asintomatico.

Il tipo 2 rappresenta circa il 55% (range 50-60%) di tutte le ossa navicolari accessorie. Ha un aspetto triangolare o a forma di cuore, misura all’incirca 12 mm, è connesso alla tuberosità navicolare da uno strato spesso 1-2 mm di fibrocartilagine o cartilagine ialina, talora può avvenire un’eventuale fusione ossea con la tuberosità navicolare

Il tipo 3 non è altro che una tuberosità navicolare particolarmente prominente a forma di corno, si pensa possa essere un tipo 2 fuso ed è talvolta doloroso a causa della sua eccessiva prominenza.

Le radiografie consentono di valutare il tipo e le dimensioni dello scafoide accessorio. Se è necessario indagare lo stato del tendine tibiale posteriore o se si sospettano altre patologie (es. frattura da stress dello scafoide) può essere utile eseguire una Risonanza Magnetica.

Trattamento conservativo

Il dolore acuto può essere affrontato con terapia fisica antalgica (Laserterapia ad alta potenza, Tecar), iniezioni di corticosteroidi e immobilizzazione del piede per 2-3 settimane. L’utilizzo di scarpe con una buona imbottitura interna e suola rigida sono consigliate in questi casi. I plantari su misura possono contribuire a ridurre lo stress applicato sul tendine tibiale posteriore. Se i sintomi sono stati aggravati da un aumento del livello di attività, può essere utile interrompere le attività per un certo periodo di tempo. Il piede è soggetto a molti carichi ripetitivi durante la deambulazione e quindi ridurre al minimo questa forza aiuterà spesso a stabilizzare i sintomi. Perdere peso può essere molto utile specialmente in soggetti obesi. Per i casi refrattari, va presa in considerazione la soluzione chirurgica.

Trattamento chirurgico

Il trattamento chirurgico standard di uno scafoide accessorio doloroso è una procedura di resezione dell’osso accessorio prominente (secondo Kidner modificato). L’intervento di Kidner modificato consiste nel rimuovere con cura lo scafoide accessorio attraverso un delicato scollamento del tendine tibiale posteriore seguita dalla reinserzione dello  stesso alla superficie dello scafoide dalla quale è stato rimosso utilizzando un’ancora per sutura. Dopo l’intervento viene applicato un tutore di caviglia (da portare 6 settimane senza carico).Dalla settima settimana (per 4 settimane) fisioterapia finalizzata al recupero della forza e dell’ equilibrio.Il recupero completo avviene dopo circa 2 mesi.