Dita a martello

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Definizione e sintomi 

Il dito a martello del piede è caratterizzato dall’iperstensione dell’articolazione metatarso-falangea e dall’iperflessione dell’articolazione interfalangea prossimale (Fig. 1).

  

Fig. 1                                                                              Fig. 2                                                                              Fig. 3

Può comparire a tutte le età, anche in soggetti giovani. Ad essere più colpite sono le donne. Spesso interessa un solo dito (preferibilmente il 2°) ma anche tutte le altre dita (fig. 2) possono essere coinvolte. La deformità può essere fissa o flessibile a seconda del grado di rigidità articolare che si sviluppa nel tempo. Nella deformità flessibile è ancora possibile riportare il dito passivamente nella sua posizione anatomica. La flessione anomala dell’articolazione interfalangea prossimale delle dita, che assume appunto l’aspetto di un martello, porta alla formazione di una callosità dorsale (fig. 3), sulla parte superiore delle dita, alla quale spesso si associa una borsite che può diventare anche molto dolorosa. Il dolore è legato al conflitto della parte dorsale del dito con la scarpa e condiziona anche la fase di deambulazione. Con il tempo il dito a martello tende ad irrigidirsi sempre di più a causa della retrazione dei tessuti molli circostanti (tendini e capsula articolare). Si parla invece di dito  “ad artiglio”  (Fig. 4 ) quando la flessione è a livello delle articolazioni interfalangee prossimale e distale e di dito “a maglio”  (Fig. 5) se la flessione interessa solo l’articolazione interfalangea distale. In genere la deformità delle dita si associa a metatarsalgia, ossia a dolore sotto la pianta del piede associato a callosita’ da iperpressione nelle aree di appoggio. In alcuni casi il 2° dito a martello si sovrappone all’alluce, si parla di “cross over” o “overlapping” (Fig. 6).

Fig. 4                                                                      Fig. 5                                                                              Fig. 6

Le cause

All’origine della malattia c’è  uno squilibrio muscolare e tendineo, che all’inizio è responsabile di un’alterazione e successivamente di una lesione  cronica della capsula articolare metatarso-falangea. Ne consegue un’instabilità che contribuisce  a sviluppare la deformità. Il dito a martello può riconoscere anche una causa traumatica (frattura o lussazione). E’ spesso associato ad altre malattie del piede  come: piede cavo, alluce valgopiede piatto, artrite reumatoide. L’uso di scarpe strette o particolarmente rigide può contribuire ad aggravare la deformità.

La diagnosi 

Per la cura del dito a martello è importante una diagnosi precoce. La diagnosi è prevalentemente clinica, basata sulla  valutazione del grado di deformità, dell’eventuale coinvolgimento delle altre dita con la presenza o meno di patologie a carico del retro piede. Le radiografie del piede in due proiezioni sotto carico (Fig. 7) sono sempre necessarie per completare la diagnosi e, quando richiesto, per la pianificazione chirurgica. 

Fig. 7

Terapia conservativa 

Calzature a pianta larga e l’utilizzo di dispositivi di correzione passiva della deformità possono talvolta ridurre i disturbi temporaneamente, i plantari sono di aiuto soprattutto se è presente una meta tarsalgia. 

Trattamento chirurgico 

Qualora si renda necessario l’intervento chirurgico, quello consigliato in caso di dito a martello è quello con tecnica percutanea mininvasiva senza mezzi di sintesi. Questo tipo di intervento non comporta l’impiego di chiodi, fili metallici o altri corpi estranei e favorisce una ripresa più veloce del paziente. La tecnica prevede, a seconda della gravità della deformità, una correzione sul tendine o sull’osso con osteotomie mirate che vengono effettuate con apposite mini frese mediante accessi di 1-2 millimetri.