L' alluce valgo

L’alluce valgo è una patologia del piede che colpisce numerose persone, soprattutto donne. Si tratta di una malattia invalidante, le cui cause non sono del tutto conosciute anche se la sua manifestazione è spesso legata ad un fattore di ereditarietà familiare ed un suo aggravamento può essere influenzato dall’utilizzo di scarpe non adeguate.

 


 

Sintomi e diagnosi

La deviazione dell’alluce verso le altre dita del piede è il principale sintomo della patologia. Spesso questa si presenta come molto dolorosa, soprattutto se si fa pressione o se si carica il peso sulla parte del piede interessata da valgismo. La malattia si presenta con la formazione della cosiddetta“cipolla” (Fig. 1-2-3) cioè di una protuberanza ossea, che può peggiorare se le calzature che si indossano la comprimono.

Fig. 1                                                                Fig. 2                                             Fig. 3

Spesso sono coinvolte anche le altre  dita del piede che possono risultare deformate e spostato. Si tratta delle cosiddette dita a martello (Fig. 4-5). Nelle forme più gravi si assiste ad un cambiamento della forma del piede, evidenziato da un progressivo deformarsi delle scarpe che possono risultare sempre più scomode e difficili da indossare (Fig. 6).  

Fig. 4                                            Fig. 5                                                fig. 6

Queste modifiche possono comportare, inoltre, un’evidente difficoltà nel camminare vista l’importante funzione che ha l’alluce di spingere in avanti il corpo e di bilanciarne il peso. Talvolta si crea un'errata distribuzione del peso corporeo sul piede che può portare ad un sovraccarico delle teste metatarsali e conseguente dolore quando il piede appoggia a terra. Si parla pertanto di metatarsalgie la cui principale espressione è data da evidenti callosità nella pianta del piede (Fig. 7-8). 

Fig. 7                                        fig. 8

Le radiografie dei piedi sotto carico (Fig. 9) sono fondamentali per avere la conferma della diagnosi e per pianificare l'intervento chirurgico. L'esame dei piedi sul podoscopio (Fig. 10) permette di valutare la pianta del piede ed è quindi utile in caso di piede piatto o piede cavo.

Fig. 9.                                                                    Fig. 10

 

 


Trattamento

Dopo un’attenta ed approfondita visita ambulatoriale, il chirurgo ortopedico del piede sarà in grado di decidere se il paziente è curabile con un trattamento medico, ortesico (plantari), fisioterapico o se è necessario un intervento chirurgico. Nel momento in cui queste terapie, cosiddette conservative, non porteranno più benefici, occorrerà procedere con l’intervento chirurgico. Negli ultimi tempi la tendenza è quella di sottoporre i pazienti ad operazioni mini-invasive percutanee che oltre a raggiungere ottimi risultati, prevedono tempi di recupero molto inferiori rispetto a quelli previsti dalla chirurgia tradizionale.

 

 

 

L'anestesia

L'intervento si pratica in anestesia loco-regionale (ankle block Fig. 11a, 11b) che viene eseguita circa 20 minuti prima dell’intervento.
Esistono molte tecniche per ottenere l’anestesia delle dita del piede. Le particolarità della chirurgia percutanea, che richiede un’immediata mobilità dell’arto, e la necessità di ottenere una buona analgesia post operatoria, rendono il blocco della caviglia l’anestesia preferita. Il blocco della caviglia (ankle block) è un’anestesia locale selettiva che sopprime la sola sensibilità dolorifica (rimane, ad esempio, invariata la sensibilità al tatto).
L’associazione con un ansiolitico, somministrato prima della esecuzione del blocco contribuisce ad alleviare notevolmente il disagio del paziente.

Fig. 11a                                                                      Fig. 11b

 

La tecnica operatoria

La tecnica chirurgica PBS che pratico da alcuni anni assieme ai colleghi dell' Associazione PBS di cui faccio parte, prevede la correzione delle deformità e la modificazione delle ossa dell’avampiede mediante l'utilizzo piccole frese chirurgiche di derivazione odontoiatrica, che vengono introdotte attraverso incisioni della cute di 2-3 millimetri.
Queste frese sono guidate dalla mano del chirurgo che “vede” le ossa e le frese stesse attraverso un particolare apparecchio radiologico. La novità importante inoltre è rappresentata dall’assenza di mezzi di sintesi (viti o fili), cosa che consente alle fratture di guarire secondo le “necessità” del piede, piede che camminerà immediatamente dopo l’intervento.

 

Dopo l' intervento

Al termine dell’intervento chirurgico viene realizzato un bendaggio, Taping, specifico studiato e messo a punto dall’équipe medica che non dovrà essere rimosso o modificato fino al primo controllo.
Segue l’appoggio immediato del piede con un'apposita scarpa per ricercare, da subito, il corretto approccio fisiologico per il riassestamento del piede, dopo l’operazione dell’alluce valgo.

 

Il trattamento chirurgico viene eseguito in Day Hospital. Lo stesso giorno dell’intervento, mediante l’uso di calzature post-operatorie e di un bendaggio imbottito, è possibile appoggiare i piedi in terra e camminare normalmente senza l’uso di stampelle.

 

Controlli successivi

Dopo circa 15/20 giorni dall'intervento avviene la prima visita di controllo nel corso della quale viene cambiata le medicazione, ridotto il bendaggio e, quando possibile, sostituita la scarpa post-operatoria con una calzatura propria, comoda (tipo da ginnastica di 1 o 2 taglie più grandi).
Generalmente un secondo controllo per la rimozione definitiva del bendaggio è previsto dopo 35 giorni. Dopo 90 giorni circa si procede con il controllo radiografico.

 

Fisioterapia

E' consigliabile eseguire un ciclo di cryo-magnetoterapia da iniziare già il giorno successivo all'intervento, preferibilmente a domicilio (è possibile il noleggio di apparecchiature apposite). Una volta asportato definitivamente il bendaggio (dopo 5 settimane dall'intervento) è consigliato un ciclo di una decina di sedute di idrokinesiterapia (camminare in acqua in piscina).